Ecco quello che vogliono i chiassesi

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Chi si è messo a disposizione deve ricordarsi che ha una responsabilità nei confronti dei cittadini e che, in tal senso, è chiamato a fare scelte e a proporre soluzioni in grado di dare risposte concrete alle loro aspettative.

Per questo ho voluto dedicarmi all’analisi delle varie risposte che ho raccolto durante i miei incontri con coloro che “vivono Chiasso”. Cambiano le priorità a dipendenza dell’età e del sesso, ma vi sono alcuni punti fermi sui quali è bene soffermarsi. Innanzitutto molte persone non apprezzano la presenza degli asilanti in Centro, la scarsa progettualità del Comune e un’attenzione altalenante nei riguardi della popolazione più giovane e quella più anziana. Alcuni esprimono senso di paura o di disagio riguardo alla sicurezza. I servizi di prossimità piacciono, ma si potrebbero migliorare l’offerta commerciale e anche il genere di manifestazioni. Altri sollevano preoccupazione per la difficoltà nel trovare lavoro soprattutto per i giovani.
Molti, benché apprezzino il “Centro ovale” dal punto di vista architettonico, reputano sia un’opportunità mancata non riuscire a individuarne un possibile sfruttamento. Alcuni rimpiangono il passato benessere dovuto al settore finanziario e alla vicinanza della frontiera, altri avanzano idee per un futuro diversificato e più focalizzato su una realtà che si deve confrontare con il resto del Cantone e la vicina Penisola. Le riqualifiche tutto sommato piacciono, anche se vi è una netta discrepanza tra chi le vorrebbe più incisive e chi, al contrario, no.
Molti si chiedono come sia possibile che il Municipio e la Chiesa siano ancora circondate da un muro che, anch’io concordo, sarebbe ora di abbattere per riavvicinare la piazza principale della Città ai suo cittadini. Addirittura, e anche in questo caso sarei favorevole, si propone di estendere la zona pedonale anche a quel tratto e, perché no, di realizzare un centro commerciale all’aperto. Per altri, i politici chiassesi dovrebbero lasciarsi alle spalle la politica litigiosa e adottare un approccio più collaborativo.

Alcuni spunti sono attuabili, ragionevoli e potrebbero aggiungersi a quanto di buono è stato fatto e si vorrà fare. Altri forse meno, ma si rivelano utili per comprendere e valutare le aspettative dei chiassesi. Incontrare le persone e conoscere le loro impressioni mi sta arricchendo molto. Lo è ancora di più perché la maggior parte di chi ho avuto il piacere di conoscere crede ancora nelle istituzioni e nella nostra democrazia: questo è un segnale positivo per Chiasso.

Pubblicato su il Corriere del Ticino del 26 marzo 2016 (pdf)